martedì 13 novembre 2018

martedì 18 settembre 2018

WEEK END COL RESPIRO
Seminario di tecniche di respirazione SHU-RA’
Nello splendido scenario della campagna orvietana in un casale in pietra immerso nella natura.
Un week end all’insegna del respiro per affrontare la paura, l’ansia, la depressione, la rabbia, la sessualità e altro ancora. Per imparare a respirare in modo corretto.
Per avere più consapevolezza dei proprio corpo.
Per le emozioni bloccate e per avere degli strumenti da usare anche da soli.
Programma:
24 novembre 2018
Arrivo entro le ore 10. Accoglienza, thè caffè e biscotti.
Ore 11 inizio seminario fino alle 13.
Pranzo a buffet con prodotti tipici umbri.
Ore 16 seminario fino alle 19.
Cena in ristorante tipico con menù fisso.
Pernottamento.
25 novembre 2018
Colazione.
Ore 9.30 seminario fino alle ore 11.30.
Condivisione finale.
Saluti.
Fine.
Prezzi:
Sistemazione in camera doppia/ matrimoniale con bagno privato 160€
Sistemazione in camera matrimoniale uso singola con bagno privato 190€
Sistemazione in letto aggiunto (divano letto o letto singolo) questa sistemazione va bene per gruppi di tre persone che vogliono condividere un bagno €135

Il prezzo comprende una notte di pernottamento in appartamento, una colazione, un pranzo, una cena, il seminario.
Gli appartamenti sono dotati di:biancheria da letto e da bagno, Wi-Fi, riscaldamento, parcheggio interno, pulizie finali.
Possibilità di una notte in più su richiesta.
I posti sono limitati.

venerdì 4 maggio 2018

è uscita la mia ultima canzone che si intitola "SE". è il mio testamento musicale perchè non ne scriverò più. E' un brano che concentra tutte le mie creazioni musicali, sia per il testo che per la musica. La chitarra, quasi punk, un po' "straziante", fa da eco alle parole, in cui si può cogliere una malinconica resa, una consapevole sconfitta e una piccola, possibile speranza. Come al solito è sulle piattaforme, per chi la vuole ascoltare la può trovare su Spotify, oppure su Itunes o amazonmp3 il cui link è qui sotto. Buon ascolto!

https://www.amazon.com/Se-Marco-Lombardozzi/dp/B07CP8YJKV/ref=sr_1_1?s=dmusic&ie=UTF8&qid=1525356846&sr=1-1-mp3-albums-bar-strip-0&keywords=lombardozzi

lunedì 9 aprile 2018



E' uscito il mio ultimo lavoro musicale “la donna gatto”. E’ una canzone sul femminile sacro.
Sono convinto che se il femminile sacro verrà riscoperto, diminuirà la violenza sulle donne. Abbiamo tutti bisogno, donne e uomini, di risvegliare l’archetipo del femminile, perché è un totale estraneo in questo periodo. Quando diciamo archetipo intendiamo la forza primordiale, che è alla base della nostra esistenza su questo pianeta.
“La donna gatto” rappresenta il tentativo di attivare questa evocazione per mezzo della musica. Il femminile nell’antichità era associato alla Natura, che crea la vita e la conserva, da qui la sua sacralità, che non è un concetto religioso.
L’essere umano post industriale ha pensato di poter dominare la Natura e quindi il femminile, ma la Natura non può essere dominata (è un’ illusione dell’uomo), e così quando il femminile sacro si oppone alla dominazione, la reazione è quella di ucciderlo, come osserviamo nella quotidianità con l’uccisione delle donne.
È necessario conoscere il femminile sacro, rispettarlo, temerlo, fidarsi della sua energia, e lasciarsi condurre.
Mi auguro che questa canzone sia gradita e condivisa, gli uomini e le donne sembrano averne un grande bisogno.

Chi vuole ascoltarla, è su tutte le piattaforme digitali, ecco uno dei links  dove si può acquistare per soli 69 centesimi!



https://play.google.com/store/music/album/marco_lombardozzi_La_donna_gatto?id=Bmlsnsnhg3qopxneewboc3r4nwy

venerdì 6 aprile 2018


Quando studiavo Medicina ci dicevano il contrario....Oggi si scopre che anche in vecchiaia le cellule cerebrali si rigenerano e quindi cambia radicalmente la visione della vita. Chi affermava questo, 50 anni fa, veniva deriso. La storia è piena di episodi in cui "la scienza" deride ciò che non conosce. Ad meliora!

http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/biotech/2018/04/05/il-cervello-anziano-si-rigenera-come-quello-giovane-_cf1a37ad-8eed-4582-8476-d744974d8d8a.html

martedì 20 febbraio 2018




'Dottore', quando l'omeopatia è musica

Album di un medico che pratica l'arte come espressione e cura

Sentir cantare un granulo omeopatico è un'esperienza che difficilmente capita, e quando capita non si dimentica. Succede in 'Dottore', quella che va definita come l'ultima esperienza creativa di Marco Lombardozzi, medico omeopata, psicoterapeuta, scrittore, musicista, attore di testi autoprodotti, ideatore del primo festival dedicato all'omeopatia con una formula altamente innovativa incentrata appunto sull'espressione artistica. Perchè, come dimostra anche questo suo primo album - di cui ha scritto testo e musica -, non c'è nessuna distanza tra arte, esistenza e medicina. Per Lombardozzi e l'opera e l'operato sono la stessa cosa, così come l'arte e la cura. Espressioni dell'anima umana, verrebbe da dire semplificando anzi banalizzando, forme di energia creativa dell'universo, forse andrebbe puntualizzato. Ma in più tutto questo diventa l'emozione che solo la musica sa trasmettere.
Tutto questo è appunto 'Dottore', un cd molto originale nel quale la musica e i testi portano l'ascoltatore a penetrare il senso del rapporto intimo tra il paziente e il medico omeopatico che non si limita all'analisi clinica ma cerca di entrare nell'anima di chi ha davanti e comprendere le ragioni profonde, mai solo fisiche, del suo malessere usando tutti i toni dello spirito, dall'ironia al dramma. 'Il granulo' è appunto il titolo della prima canzone, che apre con un ritmo country sostenuto, giocoso, per dire con semplicità come, ''omeopatia per piccina che tu sia tanti mali ti porti via'', per affermare ''non sono alternativo'', ma anche rivendicare l'efficacia: ''non chiamatemi fanatico, solo pochi mi capiscono, solo pochi mi conoscono''. Ne 'Il simile' si fa un passo in avanti, per porsi ''profonde le domande, profonde le risposte, il medico ti svela le cose più nascoste'' e arrivare alla svolta musicale e 'significante' dell'album segnata da 'No dottore'. Qui viene a galla il dramma della ''disperazione nera che ti uccide poco a poco''. Critica alla medicina che ignora la dimensione umana del paziente, e racconto autobiografico in 'Umano': ''sono stato un bambino con un solo pensiero, diventare un dottore, un dottore vero'', il canto si fa più dolce. Un medico che cerca di dare sostegno e dove non è riuscito ha tentato almeno di regalare un sogno, a volte drammaticamente senza successo, un dolore che rimane, ''il dolore degli altri'' per chi si confronta con atteggiamento empatico. E arriva fino a cantarla quell'angoscia a scioglierla in musica, come un fluido, un mistero come il mistero della vita stessa. In 'Psico Rap' un uomo che fa paura e chiede aiuto, un uomo che ha fatto molto male, ma anche qui c'è un mistero da capire e la musica si fa acida, con la chitarra classica dominante che rievoca atmosfere latine. E poi alla fine 'Buonanotte', la ballade della dolcezza, che riduce al silenzio: ''vivere è una storia infinita e non c'è mai un vero definitivo addio''. Poesia e dolcezza prendono il sopravvento come la musica che ricorda pagine di Paolo Conte, Eugenio Finardi, Franco Battiato, Francesco De Gregori, e non si sa più dove finisce la musica e inizia la medicina.
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